
Diventare programmatore freelance? Ecco come fare
Pubblicato il 19/04/2021
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Provare stanchezza per il lavoro d’ufficio, per gli orari stressanti e per la monotonia della routine quotidiana: questa è la situazione che accomuna molti lavoratori nel campo dell’informatica. Andare avanti in questo modo non sembra la soluzione migliore, ma forse basterebbe un cambiamento radicale nella vita, come iniziare a lavorare come programmatore in remoto. Se non si è mai sentito parlare prima d’ora di un’opzione del genere, o ancora risulta una scelta spaventosa, non bisogna scoraggiarsi, ma informarsi: ecco cosa c’è da sapere.
Chi è e cosa fa un freelancer
Per avere le idee più chiare, è meglio partire dalle basi e stabilire cosa significa diventare un lavoratore freelance. Per definizione, con il termine freelance si intende un lavoratore indipendente che offre le sue prestazioni a privati, società o organizzazioni. Chiunque può diventare un lavoratore freelance: impiegati, scienziati, manager, fotografi, artisti, ovvero chiunque possa vendere il proprio lavoro a chiunque richieda un particolare servizio. Sempre più aziende si rivolgono a questo tipo di mercato.
Cosa fa un programmatore freelance
Nel caso specifico, per programmatore freelance, in breve, si intende una persona che lavora nel campo dell’informatica e delle tecnologie in maniera indipendente, senza alcun vincolo, decidendo i propri orari di lavoro, i propri progetti e la somma di denaro che vuole essere pagato per il lavoro che svolge.
Ma c’è richiesta di programmatori freelance?
Assolutamente sì. Un punto a favore di questa professione, è che può essere svolta in qualsiasi luogo e a qualsiasi orario: le uniche cose necessarie sono un computer funzionante ed una connessione ad internet abbastanza veloce ed affidabile. La richiesta, inoltre, è in aumento anche perché risulta comodo per le aziende assumere programmatori per progetto e non a tempo pieno: così facendo si riducono le spese di assunzione, si ottimizzano i costi e si ottengono risultati migliori.
Anche in termini di guadagno la situazione appare favorevole: il fatto di poter scegliere con chi lavorare, quali progetti accettare e quanto farsi pagare (o almeno stabilire una base di partenza) è un grosso vantaggio rispetto ai posti di lavoro fissi, dove i salari a volte si avvicinano alla soglia dello sfruttamento. Ma quanto guadagna un programmatore freelance? In genere, si parte dai 1500-2000 euro al mese, che possono anche aumentare facendo esperienza e aderendo a più collaborazioni. Naturalmente quando il lavoro diventa stabile e si iniziano a guadagnare somme considerevoli, è sempre bene rivolgersi ad un commercialista per gestire la questione delle tasse.
Come formarsi per diventare programmatore
Se si è nuovi del settore, o addirittura si parte da zero, non bisogna lasciarsi prendere dallo sconforto. Ci sono numerosi corsi validi sul mercato per diventare programmatori, e molti di questi iniziano proprio dalle basi. Seguendo uno di questi corsi si può diventare Full Stack Developer Junior, ed essere in grado di gestire sia il lato back end che il lato front end, per poi diventare Senior, una volta acquisite altre conoscenze e dopo aver fatto più esperienza. Non resta altro che darsi da fare, trovare il corso adatto, iniziare a studiare la materia, esercitarsi continuamente e costruire un portfolio, che mostri le proprie abilità, da poter far vedere ai possibili clienti.
Ma cosa fare se si è già del mestiere?
Se si ha già lavorato in questo ambito, allora si hanno già le basi. Forse però si dovrebbe comunque valutare l’idea di espandere le proprie conoscenze e magari imparare un nuovo linguaggio di programmazione o acquisire nuove abilità che permetterebbero di:
- farsi distinguere dalla concorrenza, per le qualità uniche che si hanno;
- garantire più scelta di lavoro, ampliando gli orizzonti lavorativi.
Piattaforme sicure per iniziare a fare esperienza e cercare lavoro freelance
Se si sta cercando di trovare lavoro da programmatore online, la prima cosa da fare è digitare su un qualsiasi motore di ricerca le parole “piattaforme lavoro programmatore” e il gioco è fatto: tra i primi risultati ci saranno sicuramente freelancer.com o Upwork, due delle piattaforme più conosciute e affidabili. Questi siti permettono di creare un contatto tra cliente, colui che offre un lavoro, e freelancer, colui che desidera lavorare e che ha le giuste qualità per svolgere quanto stabilito nell’offerta. Il motivo per cui si dovrebbe considerare di sfruttare queste piattaforme è la sicurezza: ci sono migliaia di truffe online, ed è meglio fare di tutto per evitarle.
Perché scegliere questa strada?
Ci sono sicuramente dei rischi, magari all’inizio non si avrà molto lavoro, e con il passare del tempo la quantità di progetti su cui lavorare non sarà sempre la stessa: a volte si dovrà rinunciare a lavori interessantissimi per mancanza di tempo, altre invece ci si ritroverà con le mani in mano. L’importante è non abbattersi e non smettere di cercare, ma ecco cinque consigli per agevolare la carriera:
- imparare più che si può, in modo da poter trovare una nicchia adatta alle proprie conoscenze, e diventare un esperto in quel settore;
- costruire un sito web, attraverso il quale mostrare cosa si è in grado di fare una volta entrati in contatto con un potenziale cliente;
- organizzare e stabilire delle date di scadenza entro le quali completare i progetti, per evitare di dover fare tutto all’ultimo momento, consegnare un lavoro scadente e perdere clienti;
- all’inizio fare esperienza e buttarsi in progetti anche completamente diversi da ciò che si è abituati a fare, si potrebbe trovare il lavoro giusto;
- costruire un brand personale e sfruttare al massimo tutte le piattaforme, perché bisogna farsi conoscere e riconoscere se si vuole instaurare un rapporto duraturo con i clienti.
Il mondo dei nomadi digitali
Quello dei lavoratori freelance è un vero e proprio mondo in continua espansione. Sempre più persone lasciano un lavoro monotono e tradizionale, nella speranza di trovare qualcosa di meglio e più adatto ai ritmi di una vita sana e felice. Ma come diventare nomade digitale? Non è così semplice come potrebbe sembrare, all’inizio potrebbe essere veramente difficile, ma una volta avviata la carriera, la vita può migliorare decisamente. Innanzitutto bisogna lavorare, non basta trasferirsi in un paese esotico con un computer e pensare di rilassarsi tutto il giorno e lavorare al massimo un’ora al giorno. Le cose non stanno affatto così. Bisogna faticare per trovare lavoro, informarsi sulle tasse, valutare tutti i pro e i contro, capire se si è disposti a prendere decisioni importanti in completa autonomia. Un’altra cosa da non sottovalutare è la gestione dei soldi: è importante risparmiare e mettere da parte un po’ di denaro in caso di qualsiasi evenienza, per evitare di ritrovarsi in serie difficoltà. Ma dopo aver tenuto conto di tutti questi punti, se si è ancora decisi a fare questo passo, è arrivato il momento di cambiare vita e godere della libertà di lavorare da dove si vuole, quando si vuole e con chi si vuole.